martedì 31 agosto 2010

Celeste



Mi hai accolta con un "Improbabile Turbante" in testa, come l'hai definito tu. Di un bel color celeste, come i tuoi occhi. Serve per coprire la calvizie imposta dalla chemio.

E, probabilmente, dovevi arrivare a tanto, perchè ci decidessimo ad incontrarci di nuovo, dopo quasi trent'anni.

Una sera d'estate, non troppo calda, per la verità, nel tuo appartamento, al terzo piano di un palazzo storico di Brescia. Senza ascensore, con le scale in marmo ed il corrimano in legno massiccio.

Sedute una di fronte all'altra, quasi incuranti del profumo invitante delle pizze, abbiamo ripreso la conversazione interrotta allora, con la stessa facilità e con la stessa sintonia, come se il tempo non fosse trascorso. Come se avessimo avuto solo gli ultimi scampoli di ore da raccontarci e non una vita intera.

Le rughe e la pacatezza al posto dell'impulsività a ricordarci che gli anni settanta non sono a due passi da qui.

Siamo ripartite da quell'ultimo istante condiviso, la maturità liceale, e ci siamo raccontate le tappe più importanti di ciò che è stato di noi, fino ad oggi, realizzando di aver avuto destini per certi versi simili: non essere riuscite a raggiungere la serenità affettiva e non aver saputo assecondare le nostre aspirazioni lavorative. Per mancanza di costanza, forse.

O chissà per quale altro recondito motivo che abbiamo solo provato a sondare.
Ti salgono le lacrime agli occhi quando mi confidi quanto ti manchi ancora la persona che due anni fa ti ha lasciata. Fai fatica ad usare l'imperfetto per sostenere che ne ERI innamorata. Ti verrebbe meglio dirlo al presente. Ma, forse, ha poco senso. Ricacci la lacrima e mi chiedi di me. Se sono stata più fortunata, o più avveduta.
Quanto stona questa parola! AVVEDUTA proprio direi di no. Ma sono stata artefice del mio destino. Non ho colpe da attribuire se non a me stessa. E gli errori si pagano.
La musica ci accompagna anche in argomenti meno personali. Tocchiamo temi sociali. Tu, ora, te ne occupi da vicino e, forse, avrai una bimba in affido.
I problemi legati alla maternità, al supporto per la famiglia, all'Italia che è sempre fanalino di coda...
Abbiamo virato leggermente a sinistra, tutte e due. Non troppo, solo un poco, per smussare qualche angolo e trovare la nostra identità politica, diversa da quella della nostra famiglia d'origine.
Anche questo, in comune. Ma pensa!
E la prossima volta? La prossima volta vieni tu da me. Ti aspetto.
Ma se non potrai, non ti preoccupare, vengo io. Ho imparato la strada.
Dobbiamo fare presto, però. Il tempo vola e, come dice il mio amico Beppe, non è inesauribile...
Già, tu ora lo sai molto meglio di me.

sabato 14 agosto 2010

Loneliness


Fa male, fa molto male scoprire che hai mentito senza motivo, senza rispetto di un patto senza vincoli, se non quello di non ferirsi.

Non ho chiesto nulla.

Non chiederò nulla.

Ma l'incantesimo si è rotto.

Peccato.