domenica 16 marzo 2014

Alla Fine del Mondo


In viaggio da Punta Arenas a Puerto Natales


Puerto Natales


Nei pressi di Puerto Natales


Lo Stretto di Magellano


I Guanacos


Il Lago Pehoe'


Lago Pehoé


Lago Grey (per il colore delle acque)


La Cueva (caverna) del Milodón


Cueva del Milodon


Lago Grey con icebergs azzurri


Il Ghiacciaio Grey


Inizio trekking verso le Torri del Paine


Lungo il percorso


Dopo quasi 5 ore: les Torres del Paine, 
ovvero, la versione cilena delle nostre 
Tre Cime di Lavaredo


Incontri ravvicinati


Sempre le Torri


Le mie nipoti


Il Ghiacciaio


Cordero al palo: foto ricordo delle cognate!

lunedì 23 dicembre 2013

giovedì 4 luglio 2013

Le mie Santiago


Sono arrivata a Santiago poco piu' di un anno fa entrando dalla porta principale.
 
Quella dei quartieri alti, dove il domani sembra sempre assicurato e non c'e' spazio per le incertezze, che hanno casa ben lontano da qui.
 
Nei quartieri protetti dal passaggio continuo della vigilanza privata, affollati di "nanas" (tate) che puliscono, cucinano, portano a spasso i cani e si prendono cura dei cuccioli d'uomo dei loro padroni.
 
Dove non si vedono utilitarie e la gente usa la bici solo per fare sport e non come mezzo di trasporto.
 
Ed il gossip la fa da padrone, nonostante la citta' conti circa 6 milioni di persone.
 
E' provinciale, Santiago.
 
A questi livelli, el correo de las brujas (letteralmente "la posta delle streghe", in senso lato "i pettegolezzi") vola veloce di quadra in quadra.
 
Chi l'avrebbe mai detto che a molti interessi sapere se la professora de spinning stia cercando di conquistare Pablo per avanzare nella gerarchia delle classi sociali.
 
Si', perche' qui la distinzione e' ancora forte.
 
Non tutti la rimarcano, ma i piu' conservatori difendono privilegi garantiti da una posizione económica di rilievo ed osteggiando le riforme che riguardano scuola e sanita' pubblica.
 
Nella variegata Santiago esiste pero' una sempre piu' ampia classe piccolo borghese che in Sud America si sta concretizzando.
 
Il Cile, da questo punto di vista, e' all'avanguardia e, paragonato agli altri paesi del continente Latino Americano, e' come se fosse una piccola Svizzera.
 
Io la trovo la classe piu' viva e piu' progressista nel vero senso della parola. Che esce dagli schemi dei PRO PINOCHET o PRO ALLENDE e cerca di superare le divergenze politiche concentrandosi nel lavoro. Dedicando molte energie e risorse a questa economía che nell'ultima decade e' stata a dir poco esplosiva.
 
Quelli che si prendono troppo sul serio, pero', mi ricordano gli Yuppies made in USA, seppur con peculirita' tutte sudamericane.
 
E, pensando al destino che questi hanno avuto, mi spunta un sorriso un po' amaro.
 
In ogni caso, sono proprio queste le persone che svolgono la vita piu' simile a quella di noi europei dal punto di vista dei ritmi, dei rapporti tra coniugi, nella relazione con i figli e con il prossimo in generale...
 
Ricordatevi  pero' che i cileni, disponibili ed accoglienti da un lato, sono permalosi all'ennesima potenza. Fare un'osservazione o, talvolta, anche solo una battuta, vi puo' costare caro ed incrinare per sempre una relazione.
 
Infine, ci sono coloro che ho lasciato per ultimi, ma non perche' si collochino nelle posizioni piu' basse della fantomatica gerarchia sociale.
 
Solo perche' li ho incontrati e conosciuti per ultimi.
 
Sono tutti quelli che lavorano per 300-400.000 pesos (600 euro) al mese, che vivono a due ore di strada (a piedi, con mezzi pubblici, in bicicletta) dall'azienda dove sono occupati, che si ubriacano il sabato e la domenica ed il lunedi' non si presentano al lavoro, che ti sorridono guardandoti negli occhi con diffidenza e con sfida.
 
Ma poi, quando capiscono che non sei contro di loro, anche se sei la hermana del dueño (sorella del titolare), che se ti raccontano le loro storie puoi cercare di aiutarli, almeno fin dove riesci, allora scopri un mondo che mette a dura prova il tuo equilibrio.
 
Non sai se ti rispetteranno, perche' puo' capitare che, per salvare la vita di uno di loro, ti faccia carico di pagare tutte le spese mediche della sua operazione, ma poi, quando si e' rimesso, lo scopri a rubare e devi licenziarlo, perche' i suoi colleghi ne sono stati testimoni. E se non lo fai, loro si arrabbieranno perche' non si sentiranno tutelati. E se lo fai, sei lo stesso uno stronzo per definizione perche' l'hai fatto.
 
E' la dura legge della giungla di chi vive senza certezze.
 
Di chi sa che esistono delle regole, ma non sempre le vuole seguire o non sempre le puo' rispettare.
 
Capita che Felipe abbia incluso nella lista 25 sedie piu' di quelle effettivamente assemblate. L'ha fatto perche' cosi' ha diritto ad un bonus: Il suo responsabile scopre che ha mentito e gli consegna una lettera di richiamo.
 
Alla terza si viene licenziati in tronco.
 
La mattina dopo Felipe si presenta in ufficio e ti dice "Estoy acá para poner la cara por lo que pasó ayer" (sono qui per mettere la faccia per quello che e' successo ieri). E ti spiega che l'ha fatto perche' non aveva i soldi per pagare le medicine per i suoi genitori (qui la sanita' e' gestita come negli USA).
 
Tu gli chiedi perche' non fosse venuto a chiederti aiuto prima, evitando di fare scemenze.
 
"Perche' avevo paura" "E perche' mi vergognavo".
 
"Ricordati che per le persone que se portan bien (che si comportano bene), la puerta siempre esta abierta, pero siempre tienes que venir ANTES".

"L'ho capito e per questo volevo metterci la faccia" e ti guarda diritto negli occhi, che tu trovi sinceri, profondi e tormentati.
 
Ecco, dentro di me ci sono tante Santiago e le vivo tutte intensamente.
 
Talvolta e' emotivamente impegnativo, ma viverle diversamente sarebbe come non vivere la vita vera.
 
To be continued...
 

mercoledì 3 luglio 2013

E poi


E poi c'e' quell'emozione
 
che riaffiora, 
 
inarrestabile, 
 
nella mente e nell'anima,
 
che ti stampa sul viso
 
quel sorriso buffo ed un poco ebete
 
di chi e' físicamente in un luogo,
 
ma altrove con il cuore,
 
in compagnia dei ricordi...


sabato 4 maggio 2013

Il Sogno




"Posso farti una domanda personale?"

"Certo che puoi!"
 
"Qual e' il tuo sogno? Intendo, il tuo sogno personale.  
  Sii egoista e rispondimi. Istintivamente."
 
"Ossignur, che domanda"
 
"Beh, avrai pure un sogno, no?"
 
"Piu' di uno, in verita'"
 
"Pensa agli anni che ti restano da vivere e libera il tuo desiderio"
 
"Ecco, io mi vedrei bene tra i monti, e non dei monti a caso. Le Dolomiti. Beh, se sogno deve essere, scelgo il meglio. Mi basterebbero due stanze ed un portico, dove metterei un bel tavolo di legno e due sedie a dondolo. Potrei fare qualsiasi lavoro che mi desse a sufficienza per mangiare e poco piu'. Una vita semplice, senza pretese che mi permettesse pero' di assaporare il gusto del tempo che trascorre. 
 
Ora mi sfugge sempre.
 
Lo rincorro e mi sfugge.
 
Sempre in affanno, alla ricerca di tempo.
 
Sai, a pensarci bene...
 
...Essere padrona del mio tempo, ecco il mio sogno".

martedì 5 febbraio 2013

Clementine


Come ogni giorno, hai sbucciato le tue clementine e le hai disposte ordinatamente davanti al tuo piatto.

Con gli stessi gesti, nella stessa posizione. Con precisione millimetrica.

Come ogni giorno, tra la quarta e la quinta fetta, hai iniziato a tossire perche' la golosita' ti rende ingordo.

Dopo la tosse, come ogni giorno, inizi a strofinare il dito anulare sopra il naso. Come se ci fosse una mosca noiosa. Ripetutamente.

Alla seconda clementina inizi ad emettere strani suoni gutturali. Ogni giorno.

Fino a quando non diventi paonazzo e ricomincia la tosse.

Ogni tua azione, da mattina a sera, ha la stessa cadenza, lo stesso orario.

Ogni giorno.

Io, al tuo fianco, ogni giorno.

Ma nel mio mondo. Per sopravvivere.